15 Dicembre 2024
Ischia e il turismo di domani
Imitazione, autenticità e compiti a casa
di Emanuele Verde
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In francese, l’accrescimento di stile, prestigio e considerazione sociale si dice anoblissement (lett. “nobilitazione”). La prima volta che mi sono imbattuto in questo termine è stato leggendo un saggio del sociologo Isaia Sales – credo fosse “Storia delle Camorre” – dove viene usato per descrivere la tendenza della criminalità campana di inizio Ottocento a imitare i riti e i modelli organizzativi dei cravunari (trad. “carbonari”), il termine con cui i massoni liberali, ostili ai Borboni, erano chiamati in dialetto napoletano. Questa assimilazione avveniva soprattutto nelle carceri borboniche, dove i camurristi venivano spesso reclutati dalle guardie come delatori.
Ma la storiografia napoletana è piena di spunti affascinanti di questo tipo. Ad esempio, Giuseppe Galasso, in “Intervista sulla Storia di Napoli” (se la memoria non m’inganna), collega la passione del popolo napoletano per le case all’imitazione dei nobili. Non potendo “alzare palazzi”, i ceti popolari trasformavano fondaci e grotte in bassi abitabili. Secondo Galasso, però, la logica era la stessa: accrescere il prestigio personale emulando i signori. Facendo comm’ ‘e signure.
Questa digressione serve a sottolineare quanto l’apprendimento per imitazione sia stato storicamente determinante: un meccanismo diretto e intuitivo, certamente più accessibile del maturare una vera consapevolezza del proprio posto nel mondo – un tempo si sarebbe detto “coscienza di classe”, ma tant’è.
Lo stesso vale per il turismo: fin dai tempi del Grand Tour, infatti, l’imitazione ne è il motore principale. Non tanto, o non solo, perché tendiamo a visitare le mete più celebri; ma perché, nella “coazione a ripetere” – chiamiamola così -, finiamo per emulare chi ha reso quella località o esperienza popolare. Per questo il turismo di lusso ha un ruolo cruciale: non tanto, o non solo, perché il suo mercato può arricchire singole attività, ma perché intercettare i desideri dei ricchi rivela spesso le tendenze future.
Bene, secondo quanto emerso all’International Luxury Travel Market (ILTM) di Cannes, il 2025 vedrà il turismo caratterizzarsi per una rinnovata centralità dei temi legati al benessere e al wellness. Di questo e altro abbiamo parlato a Deep Island con Emanuele Mattera, founder di Platypus e For a Day. Nel corso della trasmissione, Mattera ha spiegato con grande chiarezza come i turisti altospendenti – un termine ormai diventato celebre grazie alla ministra del turismo Daniela Santanché – preferiscono esperienze autentiche e sostenibili, per le quali sono disposti a pagare cifre considerevoli, anche oltre il valore percepito.
Ma qui iniziano le note dolenti. Ischia, con le sue terme, la ricchezza gastronomica e gli itinerari escursionistici di terra e di mare, possiede già moltissimo per attrarre chi cerca esperienze autentiche. Tuttavia, secondo la lucida analisi di Mattera, l’isola non dispone più di professionalità adeguate – o almeno non in numero sufficiente – per sfruttare appieno il crescente interesse internazionale verso l’Isola Verde. Vale la pena ascoltare le parole dell’ospite di Deep Island.
In francese, l’accrescimento di stile, prestigio e considerazione sociale si dice anoblissement (lett. “nobilitazione”). La prima volta che mi sono imbattuto in questo termine è stato leggendo un saggio del sociologo Isaia Sales – credo fosse “Storia delle Camorre” – dove viene usato per descrivere la tendenza della criminalità campana di inizio Ottocento a imitare i riti e i modelli organizzativi dei cravunari (trad. “carbonari”), il termine con cui i massoni liberali, ostili ai Borboni, erano chiamati in dialetto napoletano. Questa assimilazione avveniva soprattutto nelle carceri borboniche, dove i camurristi venivano spesso reclutati dalle guardie come delatori.
Ma la storiografia napoletana è piena di spunti affascinanti di questo tipo. Ad esempio, Giuseppe Galasso, in “Intervista sulla Storia di Napoli” (se la memoria non m’inganna), collega la passione del popolo napoletano per le case all’imitazione dei nobili. Non potendo “alzare palazzi”, i ceti popolari trasformavano fondaci e grotte in bassi abitabili. Secondo Galasso, però, la logica era la stessa: accrescere il prestigio personale emulando i signori. Facendo comm’ ‘e signure.
Questa digressione serve a sottolineare quanto l’apprendimento per imitazione sia stato storicamente determinante: un meccanismo diretto e intuitivo, certamente più accessibile del maturare una vera consapevolezza del proprio posto nel mondo – un tempo si sarebbe detto “coscienza di classe”, ma tant’è.
Lo stesso vale per il turismo: fin dai tempi del Grand Tour, infatti, l’imitazione ne è il motore principale. Non tanto, o non solo, perché tendiamo a visitare le mete più celebri; ma perché, nella “coazione a ripetere” – chiamiamola così -, finiamo per emulare chi ha reso quella località o esperienza popolare. Per questo il turismo di lusso ha un ruolo cruciale: non tanto, o non solo, perché il suo mercato può arricchire singole attività, ma perché intercettare i desideri dei ricchi rivela spesso le tendenze future.
Bene, secondo quanto emerso all’International Luxury Travel Market (ILTM) di Cannes, il 2025 vedrà il turismo caratterizzarsi per una rinnovata centralità dei temi legati al benessere e al wellness. Di questo e altro abbiamo parlato a Deep Island con Emanuele Mattera, founder di Platypus e For a Day. Nel corso della trasmissione, Mattera ha spiegato con grande chiarezza come i turisti altospendenti – un termine ormai diventato celebre grazie alla ministra del turismo Daniela Santanché – preferiscono esperienze autentiche e sostenibili, per le quali sono disposti a pagare cifre considerevoli, anche oltre il valore percepito.
Ma qui iniziano le note dolenti. Ischia, con le sue terme, la ricchezza gastronomica e gli itinerari escursionistici di terra e di mare, possiede già moltissimo per attrarre chi cerca esperienze autentiche. Tuttavia, secondo la lucida analisi di Mattera, l’isola non dispone più di professionalità adeguate – o almeno non in numero sufficiente – per sfruttare appieno il crescente interesse internazionale verso l’Isola Verde. Vale la pena ascoltare le parole dell’ospite di Deep Island.
Emanuele Mattera – Estratto da “Deep Island” dell’11 dicembre 2024
Il problema è chiaro: negli ultimi venti o trent’anni, la strategia prevalente per attrarre turisti a Ischia si è basata sul contenimento dei costi, soprattutto quelli legati al lavoro. Una scelta che, inizialmente, doveva essere una risposta temporanea ai mutamenti di mercato seguiti all’introduzione dell’euro, ma che si è trasformata in una costante. Il risultato? Una progressiva erosione delle professionalità necessarie non solo in ambito alberghiero, ma anche in tutto l’indotto turistico, con conseguenze evidenti sulla qualità dell’offerta.
E allora, come invertire la rotta? Emanuele Mattera individua alcune priorità fondamentali:
- imparare a ragionare sui dati, migliorandone la raccolta e l’analisi per costruire strategie più efficaci;
- investire nella formazione, un’urgenza resa ancora più evidente dalle proteste degli studenti dell’Istituto Alberghiero per la mancanza di aule;
- promuovere il dialogo tra imprenditori e amministratori, creando tavoli di lavoro per definire obiettivi e strategie condivisi;
- favorire la collaborazione tra operatori locali, indispensabile per far crescere la destinazione in modo sinergico.
Insomma, sarebbe il momento – uso il condizionale per prudenza – di fare i compiti a casa.
Semaforo Verde torna nel 2025.