Isole a Confronto: redditi, demografia e sfide di Ischia, Capri e Procida
Luci e Ombre Socio-Economiche delle Isole del Golfo di Napoli
di Emanuele Verde
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Dopo qualche settimana di pausa, dovuta all’aumento del carico di lavoro con l’avvio della stagione turistica, riprendo con piacere la mia rubrica per i “quattro lettori” di Semaforo Verde. In cima ai miei pensieri, questa volta, ci sono le profonde disparità socio-economiche che caratterizzano le isole di Ischia, Capri e Procida.
La scintilla è scattata alla lettura dei dati IRPEF 2024 (anno d’imposta 2023) pubblicati dal Ministero dell’Economia. Per orientarli meglio, ho richiamato in memoria lo studio “La Città Metropolitana di Napoli in cifre” dell’Ufficio Statistica della Città Metropolitana: redditi 2022, natalità e mortalità 2023, residenti stranieri 2024. Un quadro sfaccettato, che dipinge tre realtà insulari vicine ma molto diverse.
Ischia
Partiamo da Ischia, l’isola che conosco meglio. Tra i sei comuni, Forio vanta l’età media più bassa (43,4 anni), mentre Lacco Ameno (45,6) e Serrara Fontana (45,6) registrano popolazioni più “mature”. Dal punto di vista reddituale, Serrara Fontana concentra il 40,9% dei contribuenti nella fascia 0-10.000 €, evidenziando redditi modesti, mentre Lacco Ameno e Casamicciola Terme toccano entrambe lo 0,87% nella fascia sopra i 120.000 €, sebbene in valori assoluti resti un fenomeno di nicchia.
Capri
Capri mostra invece un’isola a due velocità. Il comune principale supera la media nelle fasce alte di reddito e registra un’età media di 48,2 anni. Anacapri, più “giovane” (45,3 anni), si allinea maggiormente ai livelli reddituali ischitani. Nella fascia 15.000-26.000 €, Anacapri arriva al 29,4% mentre Capri si distingue nelle fasce superiori: 22,4% tra 26.000-55.000 € e 4,3% tra 55.000–75.000 €.
Procida
Procida occupa una posizione di mezzo. Con 10.040 abitanti e un’età media di 46,9 anni, si posiziona bene nelle fasce di reddito medio-alte (26.000-75.000 €), registrando il 26,8% nella fascia 26.000-55.000 € e il 4,1% in quella 55.000-75.000 €.
Un comune denominatore
Su tutte, però, grava un saldo naturale negativo: si muore più di quanto si nasca, un segnale che nessuna di queste realtà può ignorare.
Conclusioni
Ischia, Capri e Procida, pur limitrofe, offrono paesaggi socio-economici distanti. Capri conferma la sua vocazione international-luxury; Ischia mescola al suo interno realtà floride e aree in difficoltà economica; Procida si fa “via di mezzo”, sospesa tra tradizione marinara e crescita turistica.
Resta lo spunto per qualche riflessione: sull’isola d’Ischia, è tempo di un bilancio critico di oltre sessant’anni di turismo? A Procida, come evitare la deriva del turismo di massa? E a Capri, qual è la vera “leva” del successo odierno: il lusso consolidato o il turismo mordi-e-fuggi che ha trasformato l’isola in una meta da un giorno? In fondo, ogni isola ha le sue “risorse” e le sue sfide: il prossimo capitolo, forse, spetta a chi saprà leggere e guidare questi numeri verso un futuro sostenibile.